Servizio Assistenza Domiciliare

Cosa è

Il servizio di Assistenza Domiciliare, nell’ambito degli interventi per la domiciliarità e, più complessivamente, del sistema locale dei servizi sociali a rete, è volto ad assicurare il sostegno ai progetti di cura delle persone e delle famiglie nel loro ambiente di vita. Si intende per ambiente di vita del soggetto, non solo lo spazio fisico ma l’intero contesto delle relazioni significative tra il soggetto ed il suo mondo. Il servizio risponde a bisogni di carattere temporaneo o prolungato, ha l’obiettivo di promuovere o mantenere le condizioni di vita indipendente presso il proprio domicilio, sostenendo l’autonomia e la libertà di scelta delle persone, garantendo il maggior benessere possibile per il beneficiario e per chi si prende cura di lui (caregiver).

Cosa si fa

Il servizio di assistenza domiciliare si caratterizza per le seguenti attività e
prestazioni, svolte a domicilio delle persone:

  • interventi di cura della persona, sia per gli aspetti igienici che per il mantenimento e/o recupero delle abilità fisico-motorie, quali: igiene personale, cura dell’aspetto, aiuto nella deambulazione, addestramento all’uso di protesi e ausili;
  • interventi di cura dell’ambiente di vita funzionale al progetto assistenziale della persona presa in carico: igiene ambientale, governo della casa, economia domestica;
  • accompagnamenti sociali e sanitari;

Le prestazioni si intendono subordinate al progetto globale di intervento e non
possono essere richieste singolarmente. Tali prestazioni vengono effettuate
dall’operatore socio-sanitario, in conformità alle sue competenze di cui
all’allegato B della L.R. 16.08.2001 n. 20, nel rispetto della normativa vigente
sulla sicurezza del lavoratore.

Come entrare in contatto

Il percorso di accesso al servizio da parte del cittadino prevede quattro fasi:
Prima Fase: L’attivazione del servizio
L’attivazione del servizio avviene a seguito di presentazione di domanda scritta
presso l’assistente sociale referente del comune di residenza su modulo
predisposto. La domanda oltre che dalla persona interessata, può essere
presentata da familiari, da soggetti civilmente obbligati, dal tutore o
dall’amministratore di sostegno.
Seconda fase: La Valutazione del Bisogno e definizione del progetto
L’assistente sociale raccoglie la domanda compilata e adottando gli opportuni
strumenti professionali, colloqui e visite domiciliari, si attiva per una
conoscenza e valutazione approfondita della situazione segnalata; raccoglie i
documenti necessari ISEE ed ISEEi (Indicatore della situazione economica
equivalente individuale della persona disabile ai sensi dell’art.3, comma 2 ter,
del d.lgs. 190/1998) per determinare la gratuità dell’accesso o la quota di
compartecipazione al costo del servizio ed ogni altra informazione necessaria
alla definizione dei bisogni e costruzione del progetto di aiuto personalizzato. A
fronte dei bisogni emersi l’assistente sociale osserverà se sono state attivate,
utilizzate e rese disponibili tutte le risorse personali, economiche, e della rete
famigliare di riferimento dell’utente. La valutazione effettuata dovrà essere
riportata nella SVAMA sociale che conterrà un parere professionale in merito
all’accoglimento della domanda ed all’attivazione o meno del servizio
domiciliare richiesto. L’assistente sociale sulla base dei dati raccolti elabora il
progetto assistenziale individualizzato (PAI) in collaborazione con gli OSS,
definendo:

  • Gli obiettivi dell’intervento
  • La tipologia dei servizi da fornire
  • La frequenza e la durata degli interventi
  • I tempi di verifica dei risultati

L’Assistente sociale diviene riferimento della famiglia in tutto il percorso
assistenziale e pertanto è lei la persona a cui vanno segnalate modificazioni
sulla situazione del bisogno o problematiche sulla fruizione del servizio. La
valutazione del bisogno e la definizione del progetto viene effettuata, di norma,
entro in 10 giorni lavorativi a cui segue l’inizio degli interventi domiciliari degli
OSS. Qualora l’assistente sociale ravvisi l’opportunità di un intervento integrato
con altri servizi (MMG, SIAD, servizi specialistici), può richiedere la convocazione
dell’UVMD che certifica il profilo di non autosufficienza e predispone un
progetto assistenziale individuale integrato.
Terza Fase: Accesso al servizio Definito il PAI, l’assistente sociale concorda con
la persona, la sua famiglia o la rete parentale i reciproci impegni comunicando
le caratteristiche dell’intervento, la tipologia dei servizi e gli eventuali oneri di
contribuzione anche attraverso la sottoscrizione di un contratto sociale delservizio. La priorità per l’accesso ai servizi domiciliari viene riconosciuta sulla
base dello stato di bisogno della persona, tenendo presente:

  • Il livello di non autosufficienza
  • Le risorse presenti nell’ambito della rete famigliare e del contesto di vita
  • Le risorse economiche
  • La data di presentazione della domanda
  • Nelle situazioni di emergenza (isolamento sociale, emarginazione, solitudine, grave rischio socio ambientale) il servizio di assistenza domiciliare potrà essere attivato dall’Assistente sociale con procedura

d’urgenza; seguirà poi l’iter di valutazione previsto.


Quarta fase: Verifica dell’intervento Il PAI viene monitorato almeno una
volta all’anno dall’Assistente Sociale responsabile del caso, anche in sede
di equipe con gli operatori socio sanitari per verificare la congruità con i
bisogni effettivi dell’utente e della sua famiglia e per provvedere, se
necessario, a modificarne gli interventi dopo un’adeguata valutazione